
Un mago della comunicazione visiva
Quando si parla di Saul Bass, ci si riferisce ad un vero esperto della comunicazione visiva che per oltre quattro decenni ha saputo offrire, soprattutto alla settima arte, un contributo che va oltre al concetto di grafica editoriale.
Nato nel 1920 a New York, Saul Bass è stato anche un regista oltre che un valente esponente della moderna grafica e i suoi lavori sono stati richiesti dai più importanti registi di Hollywood. Basti pensare che ha lavorato con Hitchcock, Preminger, Wilder e Scorsese che hanno apprezzato la sua creatività dopo aver visto la sua bravura.
La fama di Bass assunse contorni significativi dopo che lo stesso fu l’autore della sequenza del titolo di una famosa pellicola di Preminger (L’uomo con il braccio d’oro), estendendo il suo campo d’azione anche verso il segmento dei loghi aziendali soprattutto negli Stati Uniti.
Impossibile non ricordare quelli di alcuni famosi brand come AT&T, Continental Airlines, United, Warner Communication, Girl Scout e Kosé Cosmetics tra gli altri.
La sua attività inizia subito dopo aver frequentato al college, alcuni corsi all’Art Students League dove apprese alcuni concetti che arricchirono il suo bagaglio teorico, grazie agli insegnamenti dati da György Kepes in vero esperto nel ramo dell’estetica funzionale Bauhaus.
Gli inizi di Saul Bass e i suoi successi
Dopo la laurea presa alla James Monroe High School Saul Bass si trasferì in California, lasciando la sua città natale durante gli anni Quaranta, iniziando a lavorare nel settore della grafica pubblicitaria soprattutto per la pubblicità dei film (Champion, Death of Salesman, The Moon is Blue ect).
A Los Angeles Bass sfrutta l’opportunità che gli viene concessa dal destino: quella di realizzare il poster pubblicitario del film Carmen Jones nel 1954: un musical diretto da Otto Preminger che, entusiasta del lavoro di Saul Bass, gli commissiona anche di realizzare i titoli di coda.
Lo stile minimal ideato dal grafico fu capace di rivoluzionare, oltre che l’aspetto, anche il ruolo dei titoli finali che fino ad allora non venivano considerati importanti.
Per Bass i titoli di coda non dovevano più essere statici e monotoni bensì dovevano far parte di un percorso mobile dove le lettere basse dovevano muoversi per attraversare tutto lo schermo e, non raramente, incorporando immagini o trasformandosi in immagini come si vede nel film Psyco.
Questa intuizione fu accolta con entusiasmo da molti registi e dalle più importanti Major che richiesero il contributo della tipografia cinetica inventata da Saul Bass.
Il contributo di Bass lo si deve anche ad un suo intervento: l’articolo ‘Film Titles, un nuovo campo per il Graphic Designer’ che fu pubblicato nel 1960 dalla prestigiosa rivista Graphis e preso come un testo sacro dai grafici di tutto il mondo.
La filosofia di Bass
Per questo famoso grafico l’importante era trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario. Per raggiungere questo obiettivo Bass tramutava una normale frase in una immagine che fosse capace di evocare l’essenza della storia affinché il pubblico potesse considerare come familiare, qualcosa che fino ad allora era sconosciuto.
Per comprendere in pieno il suo concetto, è sufficiente vedere Walk on the Wild Side (film del ’62) dove un normale gatto diviene un misterioso predatore oppure nella pellicola Nove Ore a Rama (film del ’63), il meccanismo di un orologio diventa un paesaggio.
Per soddisfare la sua curiosità Saul Bass utilizzava varie tecniche grafiche come l’animazione, la fotografia o sequenze di live-action.
Non va dimenticato l’apporto che Bass ha dato alla grafica dei manifesti dei film dove ogni elemento appariva simbolico ma semplificato al massimo mantenendo, però, inalterato il messaggio della pellicola.