The Last Exit è un libro, ma prima ancora è un viaggio. Un viaggio nella memoria, attraverso le generazioni. Nelle immagini, attraverso le foto. Nelle parole, attraverso i ricordi. Nella storia, attraverso i cimeli.
Nell’anno che segna il ventennale della scomparsa del padre, in un giorno che beffardamente è insieme compleanno e anniversario della sua morte, Fabio Moscatelli presenta – nella prima e unica data – il suo ultimo lavoro fotografico.
Immagini, parole e musica segneranno il racconto alla scoperta dei suoi protagonisti passati e presenti. Le persone che lo hanno ispirato e quelle che hanno contribuito a realizzarlo; le musiche che legano ricordi e momenti; gli oggetti che segnano un’epoca e formano un carattere. Il risultato è una mostra-presentazione che è prima di tutto un invito alla scoperta di un uomo e della traccia che ha lasciato dietro di sé, e in cui lo spettatore non è soggetto passivo, ma protagonista del racconto.
Viaggio, presenza e figlio: questi sono i tre termini scelti da Fabio per raccontare il suo viaggio attraverso la memoria, in un’eredità che non aspetta altro che essere raccolta dalla generazione futura:
Il ciclo di vita di una farfalla varia tra i 15 e i 30 giorni, tempo che impiega per nutrirsi e crescere; il tempo che io ho passato con mio padre è perfettamente paragonabile a questo ciclo, in cui io ho imparato da lui a vivere e stare al mondo, nutrendomi del nostro speciale rapporto.
Ma questo tempo, a cui guardo oggi dopo 20 anni che te ne sei andato, mi sembra breve proprio come il battito di ali di una farfalla…Ed oggi, da padre sta a me trasmettere tutto questo alla mia piccola crisalide che sta schiudendo appena le sue piccole ma già splendide ali. È solo questione di tempo…