La realizzazione del packaging di prodotto è un asse centrale nel determinare l’identità di un progetto. Come agenzia di sviluppo, comunicazione e marketing ci occupiamo della veste del prodotto, che silenziosamente comunica quali sono le caratteristiche e i valori di ciò che vogliamo portare al pubblico.
Dopo aver parlato della classificazione dei legni ed aver approfondito i legni teneri, passiamo adesso a dare uno sguardo ai legni duri.
I legni duri
La categoria dei legni duri è costituita dai materiali lignei che, a seguito del test di Janka, riportano valori più alti. I principali esempi di legni duri (ma non tutti) sono: faggio, frassino, olmo, acero, quercia, noce e balsa.
Faggio
Il faggio è un legno caratteristico delle regioni temperate e presenta una composizione alquanto uniforme, con una fibra breve e compatta e una densità omogenea. La fibra breve, però, è anche uno dei motivi per cui il faggio non è molto elastico e presenta rischi di spaccatura.
A meno di una verniciatura di protezione, il faggio non è adatto per l’utilizzo in esterno poiché risulta sensibile ai cambiamenti di umidità.
Frassino
Esistono diversi tipi di frassini, ma i più comuni sono certamente il frassino bianco e quello nero. Come il faggio, l’utilizzo in esterno non è adatto a questo legno, a meno di una verniciatura di protezione. La sua fibra è però lunga e resistente, il che lo rende un materiale più solido rispetto al faggio.
Olmo
Gli olmi sono di diversi tipi ma sono tutti legni duri. La sua compattezza è un elemento importante per la sua identità, resistendo alle spaccature. Inoltre, quando bagnato, risulta più flessibile e questo lo rende adatto alla curvatura a vapore. Generalmente, l’utilizzo in esterno non produce problemi di sorta.
In questo articolo trovate soltanto alcuni dei legni duri più utilizzati. Nel prossimo articolo trovate anche la descrizione di altri tipi di legno: l’acero, la quercia, il noce e la balsa!