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Diane Arbus, nome d’arte di Diane Nemerov, nasce a New York nel 1923. Il momento di massimo successo della Arbus fu negli anni ’60, quando Diane ottenne due borse di studio concesse dalla Fondazione Guggenheim, insegnò fotografia in diversi istituti e le sue opere furono esposte in diversi musei prestigiosi, fra cui il MOMA. Diane soffrì, nonostante il successo, di attacchi di depressione sempre più intensi, che la portarono al suicidio nel 1971. La Arbus ritrasse soprattutto persone considerate diverse o emarginate, freak o considerate fuori dalla normalità per vari motivi. Nelle sue fotografie Diane ritrae sempre queste persone all’interno del loro ambiente e a proprio agio, quindi senza cercare di mettere in risalto la loro diversità.

Diane Arbus nacque in una famiglia molto agiata di ebrei di origine russa. I suoi familiari erano quasi tutti dediti ad impieghi artistici: suo fratello maggiore Howard Nemerov divenne uno stimatissimo poeta, sua sorella minore una scultrice e suo padre fu, dopo avere abbandonato gli affari, un pittore. A soli 14 anni conobbe Allan Arbus, commesso in uno dei negozi del padre e suo futuro marito. I due dopo il matrimonio, avvenuto nel 1941, i due cominciano a collaborare come fotografi e aprono uno studio insieme. Inizialmente Diane è semplicemente l’assistente di Allan, ma ben presto lo affianca in tutto. Solo dopo la separazione dal marito però, dal 1959, Diane comincerà ad affermarsi in modo sempre più convinto nel mondo della fotografia. Nonostante la separazione, a cui seguì il divorzio, Diane continuò ad operare con il cognome di Arbus, con cui era ormai nota.

Il lavoro della Arbus si può suddividere in 3 filoni principali: le foto di freak e emarginati, i ritratti realizzati per riviste e su commissione e per finire gli scatti più spontanei, spesso presi per strada senza una vera programmazione e preparazione. Le foto del primo gruppo sono quelle che la hanno resa più famosa e sono uniche e particolari. Fra Diane e i suoi soggetti spesso si creava un rapporto intimo che va oltre il semplice scatto fotografico. La particolarità di queste foto è di ritrarre emarginati e personaggi eccentrici sempre in un contesto a loro familiare e in cui si trovano a proprio agio. L’alterità del soggetto quindi non viene messa in rilievo nello scatto, perché il soggetto, per quanto “diverso” viene sempre ritratto in modo da farlo apparire come una persona comune. Questo finisce per intensificare nell’osservatore, per contrasto, la diversità del soggetto stesso.

Nel 1965 e ancora nel 1967 alcune fotografie della Arbus vengono esposte al MOMA, suscitando forti polemiche e valendole il soprannome di “fotografa dei mostri”. Diane aveva sempre sofferto di crisi di depressione, ma a causa di problemi al fegato è ora costretta a sospendere i farmaci per tenerle sotto controllo. Anche a causa della sua crescente popolarità artistica la pressione su Diane si fa sempre più forte, finché la donna non si toglie la vita, nel 1971. Come spesso accade per gli artisti incompresi, anche la consacrazione della Arbus avvenne postuma. Nel 1972 le sue foto furono esposte alla Biennale di Venezia e da allora le mostre a lei dedicate sono aumentate esponenzialmente. Alla controversa figura della fotografa è anche dedicato un film biografico del 2006, Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus, dove la Arbus è impersonata da Nicole Kidman.