
Appassionante la storia di un grande fotografo italiano, Ferdinando Scianna che deve la sua fortuna alla sua terra ed alla sua passione.
Nato a Bagheria agli inizi degli anni Quaranta, si appassiona al mondo della fotografia contraddicendo i voleri della sua famiglia che desideravano per lui un altro tipo di carriera. È tuttavia il mondo universitario a confermare il volere del destino quando, conosce Enzo Sellerio al quale fa vedere le foto da lui fatte che ritraggono volti e scene di Bagheria che lasciano trasparire una intensità fuori dal comune. Ed è proprio con Sellerio che inizia il suo percorso cognitivo verso il mondo dell’immagine e verso la sua formazione politica che lo trascina ad esplorare la sua terra, ritraendone l’amara drammaticità di quel tempo.
Scianna conosce Leonardo Sciascia che, impressionato del carisma delle sue foto, lo aiuta a pubblicare ‘Feste Religiose in Sicilia’, il libro che otterrà il Premio Nadar.
L’opera sarà foriera di molte critiche per i testi di Sciascia che accusa apertamente il concetto materialistico e affatto spirituale delle feste religiose dell’isola. Ma se i testi creano polemiche, le immagini prese da Scianna non sono da meno, per via dell’impatto che suscitano a coloro che le vedono.
Questo è un momento formativo per il giovane fotografo in quanto comprende quale sia la chiave di lettura da usare per capire le cose e rapportarle con quanto accade nel mondo.
Una nuova avventura
L’exploit di Scianna non passa inosservato e viene assunto dall’Europeo in qualità di fotoreporter , trasferendosi a Milano. Successivamente la stessa testata lo promuove ad inviato speciale e corrispondente da Parigi dove soggiornerà per circa 10 anni, collaborando anche con altre prestigiose testate giornalistiche come ‘Le Monde’.
Il fatto di lavorare più come scrittore che non in veste di fotografo non abbassa l’interesse di Scianna per il mondo dell’immagine soprattutto dopo che Henry Cartier-Bresson visiona i suoi lavori e gli propone nel 1982 di entrare nell’agenzia indipendente Magnum. A quel punto Scianna rinuncia al lavoro all’Europeo e rientra in Italia, a Milano, dove realizza reportage sociali e collaborazioni indipendente.
Durante un casuale incontro con due giovani stilisti emergenti, Dolce e Gabbana, gli viene richiesto da questi di occuparsi servizi fotografici per le loro campagne promozionali: sarà l’inizio di una collaborazione che fornirà a Scianna le occasioni per tornare nella sua terra e ai due stilisti di lanciare il loro brand a livello internazionale.
Il successo riscontrato dalle campagne pubblicitarie di D&G apre a Scianna il mondo della fotografia commerciale e pubblicitaria, che abbraccia con entusiasmo senza però scordare il suo impegno sociale attraverso reportage nonché il giornalismo, facendolo dividere in una poliedricità di collaborazioni e di interessi professionali.
Scianna è stato il primo fotografo italiano dell’agenzia Magnum Photos e ha collaborato con Bresson e André Pieyre de Mandiargues per il lavoro ‘Henri Cartier-Bresson: portraits’; con Manuel Vázquez Montalbán scrivendogli l’introduzione de ‘Le forme del caos’; con Tornatore in occasione del suo film Baarìa pubblicando il libro fotografico Baarìa Bagheria e molti altri.
Per cultori il calendario 2007 del Parco dei Nebrodi dove Scianna ha immortalato Maria Grazia Cucinotta in artistiche foto che hanno il parco come scenografia.