La sorte toccata al giallo è qualcosa di particolare. Potremmo definirlo come un colore che, a un certo punto, si è sdoppiato e anche il suo significato si è scisso in due parti opposte.
In antichità era infatti una tinta apprezzata e molto usata, specialmente nelle cerimonie e negli elementi decorativi. Simbolo della luce, della ricchezza e della vita occupava un posto di primo piano nel panorama cromatico. E’ dal Medioevo in poi che la sua storia subisce una deviazione da cui non tornerà indietro e che ne ha determinato gli aspetti negativi di cui è impregnato tutt’oggi.
La gamma di significati che racchiudeva prima ha subito una modificazione nel momento in cui l’oro è diventato un colore a sé stante e al pari del giallo. Da che quest’ultimo era contenitore di numerosi significativi positivi, questi sono passati all’oro che ha acquisito i connotati semantici di brillantezza, divinità, ricchezza, solarità e longevità. Al giallo sono rimasti, invece, quegli indicatori relativi alla temporaneità, al destino di modificarsi e degradarsi nonostante i corrispettivi reali da cui questo colore poteva assumere connotazioni fossero, in prima istanza, il sole e la luce.
E’ in questo modo, invece, che il giallo è divenuto il colore simbolo del tradimenti, dei traditori e dei traditi. Non a caso in arte figure come Giuda sono state col tempo rappresentate principalmente con vesti gialle, come vediamo nel dipinto di Giotto. Anche la stella di Davide posta sulle braccia degli ebrei, sotto il regime nazista, era rappresentata con il colore giallo.
