
Questa rubrica si pone l’obiettivo arduo e probabilmente impossibile di costruire un ragionamento sui colori e sul loro significato nella società e nella percezione individuale.
Risulta di per sé problematico anche solo inquadrare ciò che si intende per “significato” del colore dal momento che questo è soggetto il più delle volte a delle elaborazioni individuali autonome oppure a delle identità differenti in base al contesto socioculturale in cui si è immersi. Ciò non toglie che le categorie cromatiche costituiscono uno degli stimoli fondamentali a livello percettivo, tanto che se cercassimo di individuare ogni singola impressione che i colori producono proveremmo una certa fatica (ed un probabile mal di testa) dopo pochi minuti.
Viviamo in mezzo ai colori e siamo soggetti alle sensazioni che ci suscitano, a volte senza nemmeno accorgercene. Appare evidente che, per quanto a livello profondo, sentiamo una certa differenza tra il trovarci in una stanza dalle pareti completamente rosse rispetto ad una con tinte blu.
Forse non esistono formule o definizioni, all’oggi, che sappiano descrivere in maniera matematica le risposte che le diverse tonalità cromatiche producono in noi, forse non ci saranno mai. Premesso ciò, questa rubrica vuole offrire qualche spunto di riflessione e qualche strumento in più per ambientarci nel “mondo dei colori” e capirne alcuni meccanismi con cui la cultura ne ha determinato il significato e il modo in cui li guardiamo.
Per farlo, gli articoli verteranno attorno ad alcuni punti fondamentali: la comparazione degli approcci con cui la semiotica dei colori è studiata e il diverso modo con cui si sostiene che il significato ne venga costruito; la comparazione tra coppie e gruppi di colori in modo da analizzare come il significato sia spesso qualcosa di costruito in base a delle opposizioni e a delle discordanze; le categorie cromatiche con cui si differenziano, anche in fotografia, diverse nature del colore.
BIBLIOGRAFIA
- “Semiotica dei colori”, M. Agnello (2013), Carocci Editore