Nonostante la pluralità di modi di vedere i meccanismi di comunicazione, anche Wilbur Schramm prende come punto di riferimento il modello matematico-informazionale sorto al principio della riflessione comunicativa.

Wilbur Schramm - Modello di comunicazioneIl pregio della visione di questo pensatore sta nell’ampio spazio che, a differenza dei suoi predecessori, riesce a dare alla soggettività, alla particolarità, all’importanza del contesto nella situazione di scambio. E’ come se il modello matematico-informazionale rappresentasse per Schramm un tronco, e le variabili che aggiunge nel suo studio formassero la chioma, fatta di diramazioni e diverse direzioni. Potremmo infatti dire che il modello di Shannon e Weaver è considerato come il fondamento, il principio astratto che regola una varietà di situazioni che non si presentano mai come pure ed uguali a se stesse, ma di volta in volta sono accompagnate da piccoli dettagli che modificano una comunicazione nella sua intera configurazione.

Il primo passo che questo studioso compie sta proprio nell’inserire una delle variabili più importanti: il “campo di esperienza” del mittente e del ricevente del messaggio. Con questa formula Schramm intende indicare il sostrato personale dei soggetti che parlano, la loro esperienza e la memoria che questi ne hanno. In qualche modo, quella memoria produce e codifica il significato che si vuole esprimere, i piccoli dettagli che si vogliono sottolineare e le sfumature che si creano attorno ad un discorso.

Wilbur Schramm - Campi d'esperienzaIl significato che viene trasmesso, chiamandolo segnale, diviene quella porzione di campo di esperienza che i due soggetti comunicanti condividono, un terreno comune su cui lo scambio diviene effettivo, reale. Se non fosse che, probabilmente, i nostri campi di esperienza saranno sempre differenti e non combaceranno mai perfettamente, ed uno scambio totale non avverrà mai fino in fondo. Più siamo diversi, più quello scambio si muoverà su un terreno comune ristretto, ed i messaggi veicoleranno significati sempre più parziali; più simili saremo, più le nostre parole saranno comprensibili ed il loro codice sarà soggetto ad una decodifica più precisa, maneggevole.

Certo, a volte non serve avere una storia simile per capirsi. A volte bastano degli sguardi, dei gesti, dei modi di parlare o dei toni di voce per allargare quel campo di esperienza, e dipingerlo pian piano nelle parole che pronunciamo.

Wilbur Schramm - Modelli e campi d'esperienzaSuccessivamente, Schramm opera un po’ una rivoluzione di questo sistema. Si può dire che la quantità di variabili che riscontra nel sistema matematico-informazionale ne cambia la qualità stessa. Il sistema smette di essere unilaterale, immanente e chiuso in se stesso. Schramm arriva a concepire l’azione comunicativa come un continuum fatto di codifica-decodifica-interpretazione, a cui succede un percorso analogo ma in direzione contraria, reciproca, che arricchisce continuamente la comunicazione e ne introduce una concezione che la vede come comprensione reciproca, un continuo scambio di messaggi, significati e punti di vista che, sebbene non verranno mai colti nella loro profonda essenza, produrranno sempre nuovi dipinti da cui scaturiranno altrettante fotografie.